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Copertina: L’Italia di stelle nel cosmo (forma a stivale).

Dr. Daniele Lo Rito

Introduzione
Dovevo fare una relazione di astrologia nel mese di Aprile 2020, il tema che avevo scelto era legato alla Genesi e gli elementi di separazione dipinti da Michelangelo (Cappella Sistina – Roma). Il lavoro sulle nove separazioni era già stato fatto, applicandolo all’iridologia con la pubblicazione del libro stesso.
Con tutti gli avvenimenti che ci sono stati, legati alla pandemia Covid-19, si è deciso di spostare la relazione a una data da destinarsi.
Riflettendo sulla pandemia virale, mi è apparsa la possibilità di legarla ai nove riquadri della Cappella Sistina.
Vorrei condividere questa mia attività di pensiero con tutti Voi.
Buona lettura.

Dopo aver visto l’aspetto astrologico della Pandemia del Covid-19, è nata una similitudine interessante tra la Genesi dipinta da Michelangelo e il nostro tema astrologico 2020, fatto per l’Italia. Il lavoro precedentemente fatto, sugli elementi di separazione applicati all’iridologia secondo i nove riquadri della genesi di Michelangelo, ci ha permesso di fare questa similitudine.

Schema delle nove separazioni relative alla Genesi (1) dipinta da Michelangelo (Cappella Sistina – Roma).

(1) Dal libro di Lo Rito Daniele, La genesi e gli elementi di separazione, Edito in proprio

Classicamente noi poniamo l’AS (ascendente) del tema astrologico alle ore 12,00 (zero gradi) del nostro cerchio iridologico. Per cui ruotando il tema astrologico e facendo coincidere l’ascendente con lo 0° gradi otteniamo che vi è la sovrapposizione della congiunzione di Plutone-Saturno sull’Olocausto di Noè (settore sette per l’iride di sinistra). Per cui dovremmo leggere i valori relativi all’Olocausto di Noè, che vediamo di seguito elencati.

Ecco la sovrapposizione delle immagini.

Olocausto di Noè.

La settima scena, il Sacrificio di Noè, riguarda il ringraziamento del patriarca a Dio dopo il Diluvio Universale.

Da notare in primo piano i tre giovani davanti all’altare del sacrificio, di cui uno ha il pube all’altezza della bocca dell’ariete; l’altro osserva il fuoco dentro il forno, mentre il terzo sembra offrire o ricevere qualcosa. Noè sta eseguendo il sacrificio, mentre attorno a lui la donna più anziana sembra mettergli un dubbio, sussurrando qualcosa a Noè stesso. La figura più giovane fa capire chiaramente, con i gesti delle mani e delle braccia, che questi sacrifici la disgustano.

Dopo il diluvio universale, Dio chiede a Noè di uscire dall’arca e di popolare la terra, ormai mondata dai peccati della popolazione precedente. Una volta uscito dall’arca con tutta la sua famiglia e le specie degli animali che sono state salvate, Noè edifica un altare per Dio e vi immola degli animali. Questa scena, a rigor di logica, avrebbe dovuto seguire e non precedere l’ottavo riquadro, quella del Diluvio Universale. Probabilmente la scelta di far precedere questa scena e di non rispettare l’ordine cronologico dipese dalla volontà di Michelangelo di dedicare una fascia centrale di maggiori dimensioni al Diluvio. Lo schema raffigurativo pone l’altare al centro della scena, fulcro dell’azione, verso cui convergono gli uomini ed gli animali. Noè si distingue dagli altri personaggi per la tunica rossa che indossa. Alla sua destra si vede la moglie, ritratta di profilo con i tratti leggermente più duri di quelli degli altri personaggi. In primo piano si vede un ragazzo che porta una fascina di legno, in basso un giovane che, seduto su un ariete appena ucciso, ne sta prendendo le interiora per vaticinare. Infine un altro giovane viene ritratto seduto di spalle rispetto all’osservatore e nell’atto di controllare il fuoco.

Il significato del Sacrificio di Noè

Comprendere chi dovrà essere salvato dal diluvio universale e chi dovrà essere condannato alla morte. Ora il maestro di vita deve scegliere chi accogliere nell’arca e chi non potrà salirci, chi potremo salvare sul Canale di Sicilia e chi dovrà morire in mare. Quale responsabilità dovrà sopportare questo spirito nel decidere da solo e nell’obbedire alla voce divina, salvare una sola coppia di animali atti alla riproduzione successiva. Il ringraziamento al Padre per aver permesso di salvare la vita sulla terra e di non permettere più la distruzione della stessa. Una nuova alleanza tra l’uomo e il Divino, al fine di scongiurare l’estinzione della vita sulla terra. Al centro della scena l’antico patriarca, uscito dall’arca, sta accendendo il fuoco su cui compiere il sacrificio. A fianco a lui c’è l’anziana moglie e gli altri personaggi sono i tre figli: Sem, Cam e Iafet e le tre rispettive mogli; sono gli otto personaggi sopravvissuti al diluvio che, usciti fuori dall’arca, iniziano il culto al vero Dio. Allora Noè edificò un altare al Signore; prese ogni sorta di animali puri, di uccelli puri e offrì olocausti sull’altare. Il Signore ne odorò il profumo gradito e disse in cuor suo:

«Non maledirò più il suolo a causa dell’uomo, perché ogni intento del cuore umano è incline al male fin dall’adolescenza; né colpirò più ogni essere vivente come ho fatto» (Gen 8,20-21).

Nuovo patto con il Divino, nuova coscienza. È un nuovo impegno verso il divino per completare l’opera della salvezza, della redenzione.

Genesi, capitolo 8, versetto 18-20. Con la chiusura delle acque superiori e inferiori, non cadde più acqua sulla terra e si sentì il vento che soffiava sulle acque, così che esse si ritirarono. Al 27º giorno del secondo mese la terra fu asciutta. Noè dopo che uscirono tutti gli animali e gli uomini dall’arca, edificò un altare e prese degli animali, degli uccelli mondi e li sacrificò a Dio. Così furono sacrificate sette coppie di animali puri maschi e femmine, una coppia di animali impuri. Il sacrificio, come rituale di espiazione mediante il sangue di animali puri. L’anima della carne (passione) è nel sangue, quindi il sacrificio di un animale puro, dal suo cuore e dalla circolazione nascono: pensieri e sentimenti, parole, decisioni e azioni. Dio conosce il cuore di ogni essere vivente, centro della coscienza religiosa e della vita morale. Con il cuore puro, l’uomo cerca Dio, lo ascolta, lo serve, lo loda e lo ama. Il cuore semplice, retto e puro, non è diviso da nessuna riserva o secondi fini nei confronti di Dio e degli uomini. Dio accetta il sacrificio di Noè, fatto con il sangue degli animali e con il cuore semplice, retto di Noè stesso e della sua famiglia. Tutto questo creerà una nuova alleanza tra Dio e gli uomini, che avranno il cuore puro di Noè. Genesi, capitolo 8, versetto 20-21. I sacrifici fatti dagli uomini con i cuori impuri non saranno benedetti dall’alleanza divina. Questa nuova alleanza afferma che la vita dell’uomo puro durerà al massimo 120 anni.

L’olocausto di Noè, nel riquadro dipinto da Michelangelo, descrive tutta la famiglia di Noè riunita attorno all’altare del sacrificio e al fuoco, per richiamare Dio e vaticinare un futuro sereno, fatto di alleanze nuove.

La famiglia riunita intorno all’altare, attorno al fuoco di casa è indispensabile per fare tutto questo. Dio chiede agli uomini puri di riunirsi intorno al focolare, di ritrovare la forza per riprendere la vita. Una vita che è nata dalla morte e dall’alluvione, nata dalla sofferenza e dalla perdita di molte persone care. Dalla pandemia da Covid-19, dalla morte di un corpo a noi tutti molto caro, dalla morte della libertà espressiva corporea, dalla morte della spazialità peripersonale e sociale condivisa, da un soffocare in un oceano di alluvione si arriverà all’olocausto, all’offerta sacrificale sull’altare di una Divinità comune. Ecco il dipinto di Michelangelo, il 7° riquadro corrispondente all’Olocausto di Noè. Dalla morte non per l’acqua, ma per l’aria e per un invisibile nemico si salverà la famiglia dei giusti, ma molti moriranno nell’esperire la sofferenza. Forza necessaria da utilizzare, da parte degli esseri viventi, per avere il coraggio del domani, di non commettere più gli errori di ieri e di oggi.

Solo mediante questo ritrovarsi nel gruppo di appartenenza, nel sentire questo legame intenso, nel trovare le radici dei giusti nascerà la forza di reazione e di promessa per un nuovo rapporto tra i sopravvissuti, e tra loro e Dio.

Nella sofferenza e nel distacco si ritrovano le forze per vincere un disastro, una catastrofe, un’alluvione e una pandemia virale. Le forze degli avi, delle tradizioni, dell’eticità condivisa, del gruppo di appartenenza, della patria, della famiglia stessa. Nucleo indispensabile per sentire l’unità e il calore del sangue della stirpe.

Saturno (2), richiama l’importanza della figura del padre (sia di Noè, che di Dio) che è in quarta casa, la casa della famiglia. Il padre di famiglia che governa l’unità attorno a se stesso, così come Dio cerca di governate l’armonia dell’Universo intorno a sé. In opposizione troviamo il segno del Cancro (che rappresenta la 4 Casa) e in essa troviamo il nodo nord. Dal nodo sud, da ciò che riceviamo dal passato come compito da svolgere, presente in Capricorno metteremo le radici per un nuovo futuro visibile nel compito che dovremo svolgere con il Nodo Nord.

(2) Lo Rito, D., Zorzan A. Astrologia: custode del tempo, Ed. Chiaraceleste (2017)

Si parte con Saturno e Plutone, epidemia virale e polmoni, e mediante il sacrificio della famiglia di appartenenza e della famiglia sociale potremmo arrivare a una nuova alleanza (Olocausto di Noè) espressa in opposizione e al Nodo Nord, nel segno del Cancro. Una nuova famiglia sociale.

Nel Nodo Sud ci sentiamo a casa, dove risiedono le idee e le abitudini che l’anima ha conservato dalle esistenze passate. In analogia con il principio lunare, rappresenta la sede degli impulsi inconsci ed ereditati: anche se a volte non sembrano funzionali alla nostra evoluzione e provocano sofferenza. Si rischia di essere trattenuti in luoghi già noti all’anima, laddove abbiamo contratto dei debiti che, in questa vita, siamo chiamati a saldare. Nelle passato l’uomo ha goduto del prestigio e del potere. In questa vita egli ha conservato l’orgoglio, la superbia e la posizione sociale è rimasta una priorità. Nel mondo, l’uomo è stato estremamente critico e lo è ancora. Si è preferito essere dei materialisti, dei calcolatori e non permettete alcun giudizio sul proprio operato. La vita ci metterà davanti delle prove difficili e dolorose che riguarderanno soprattutto la famiglia, così da entrare in contatto con il nostro lato emotivo più profondo e intimo.

Il Nodo Nord è la direzione da seguire in questa vita, quello che l’uomo vuole imparare e le esperienze che ha scelto di fare. Qui troviamo la forza che ci spingerà verso il futuro, chiedendoci il coraggio di percorrere delle strade mai solcate prima e di fare delle scelte consapevoli, seppure difficili e dolorose. Se riusciremo a integrare, in noi stessi, i principi espressi dal Nodo Nord, avremo come ricompensa una forza interiore potente, disponibile ad agire e un profondo senso di pace. L’uomo deve riscaldare il proprio cuore, cominciare con l’accettare la propria fallibilità e imparare a chiedere scusa. Cercare di guardare in faccia le proprie ansie, le proprie paure e scoprire che sono una costruzione della mente. Abbandonare la paura: la paura della morte, la paura di soffocare, la paura della mancanza d’aria e di ossigeno sarà la chiave per lo sviluppo spirituale e per il nutrimento degli altri.

Ecco cosa porterà l’olocausto di Noè.

C’è qualcosa nel bambino che fa percepire la mamma come una persona irrequieta e che lo potrebbe abbandonare da un momento all’altro. Anche quando lo nutre, il bambino ha la sensazione che sia assente, che la sua mente sia da un’altra parte, che stia pensando ad altre cose che le piacerebbe fare, che stia contemplando teorie astratte piuttosto che stare a sua disposizione. Quello che il bambino percepisce è che la propria sicurezza può essere messa in dubbio, in qualsiasi momento. Simili apprensioni e aspettative rimangano consciamente o inconsciamente anche nella vita da adulti, in cui si sente la fastidiosa sensazione che tutto possa finire da un momento all’altro. Visto che il bambino non ha avuto esperienza di un contenitore solido e stabile, a sua volta non saprà esserlo e nella coppia che andrà a formare rappresenterà quello irrequieto, quello che facilmente si annoia o si distrae. Apparentemente cresce come un tipo di persona totalmente autonoma e autosufficiente, quando in realtà la sua autosufficienza è una difesa o una corazza che nasconde quel bambino spaventato, che ha paura di fidarsi e di contare sull’amore. Poiché questi due pianeti (Luna-Urano) rappresentano dei principi o archetipi molto differenti, gli aspetti difficili tra di loro producono spesso un dilemma del tipo “intimità / libertà”. La Luna desidera ardentemente situazioni di intimità, ma a Urano piace avere dello spazio e la libertà. L’aderenza o la convenzionalità di uno può spingere l’altro a cercare qualcuno di più eccitante, qualcuno che conduca una vita più libera e più espansiva. La persona che vive il polo Lunare si identifica con i bisogni di intimità e l’altra persona diventa quella che vive i bisogni di Urano, in parte negato. La cosa migliore da fare è accettare sia il desiderio di intimità che il desiderio di libertà e lavorare in qualche modo per dare spazio ad entrambi. Dobbiamo considerare che l’aspetto di congiunzione della Luna con Urano, potrebbe essere un fattore di instabilità della gente, di tanta gente. Con la possibilità di agitazioni e tumulti, con proteste accese, con moti di ribellione e sommosse. Potranno comparire dei fenomeni di insubordinazione. Potrebbe essere una malattia che si diffonde rapidamente tra la gente, la folla, i luoghi pubblici e affollati.

Questo aspetto potrebbe portare a una rottura della simmetria, a dei tremori della crosta terrestre, fino a dei terremoti (vedi il terremoto della California avvenuto il 17-03-2020, di magnitudo 3,6. E il terremoto della Croazia , a Zagabria, avvenuto il 22-03-2020 di magnitudo 5,4…)

Daniele

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DANIELE LO RITO VIA TORCELLO 4-B 30034 ORIAGO DI MIRA (VE)

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