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di Vittorio Ruata

Anzitutto va considerato un presupposto fondamentale: la astrologia,  nel suo divenire temporale è sempre stata e continua ad essere espressione e significatrice della  tipologia” o “caratteristiche”  dei tempi di cui,  volta per volta, viene a rappresentarne i contenuti.

          Di conseguenza, nella astrologia mondiale, è essenziale il movimento effettivo dei pianeti lungo la eclittica, riscontrabile ad opera dei TRANSITI, nel loro procedere e reciproco combinarsi ciclico dei vari aspetti, comprendenti il percorso di Urano, Nettuno e Plutone, cui vanno aggiunti, in subordine ma strettamente ricollegabili a ciascuno di  essi, quelli di Giove e di Saturno.

          Anche Marte va considerato in quanto con il suo moto, seppur assai più rapido rispetto ai precedenti, assume, nei ricorrenti  aspetti che forma con essi, effetti spesso  ”scatenanti,” in grado di poter  sbloccare o  mutare,  situazioni che potenzialmente si stavano delineando ad opera dei TRANSITI degli altri  pianeti più lenti.

          L’insieme di questo  movimento scandisce  il percorso  temporale degli umani eventi  che, alla luce della moderna astrologia, in virtù della  progressiva scoperta dei tre pianeti transaturniani  -che  più propriamente si potrebbe  denominare come un loro  “rivelarsi” alla umanità – , vengono superati quei principi legati al concetto di influsso astrale, di matrice aristotelico tolemaica, perpetuati dalla tradizione astrologica, sino all’avvento della astrologia moderna e contemporanea.

           Claudio Tolemeo in primis, nella sua Tetrabiblos,  già aveva parlato delle affinità dei pianeti e dei segni, identificando le aree  geografiche sottoposte ai loro influssi,  tramite metodi di indagine quali le eclissi solari,  le stelle fisse, i termini, le direzioni, e l’utilizzo delle parti arabe.

          Secondo i principi della astrologia antica, i pianeti più lenti allora conosciuti, Giove (orbita di 12 anni) e Saturno (orbita di 29 anni), nella loro ciclicità e reciproche combinazioni orbitali, specie con le loro periodiche “grandi congiunzioni”, e con l’aggiunta di Marte,  esprimevano un insieme  di eventi legati al mondo di quei secoli, molto più limitato e circoscritto riguardo alle  comunicazioni, l’ economia, i costumi sociali, la politica in generale, etc.  rispetto a quei radicali cambiamenti epocali che si sarebbero verificati in seno alla umanità nel corso dei secoli successivi, in un vorticoso crescendo di eventi mondiali di varia natura  e portata sempre più vasta.

          Rispetto ai metodi impiegati nella astrologia antica, il sistema dei TRANSITI planetari  era meno utilizzato, mentre nella astrologia moderna, sia genetliaca che mondiale, essi  hanno assunto particolare  significato e valore interpretativi.

          I lenti e lentissimi movimenti ciclici dei tre transaturniani, con i loro ripetuti anelli di sosta, combinandosi con i tradizionali Giove e Saturno, si delineano su lunghi periodi temporali, risultando  particolarmente significativi  nella formulazione di pronostici di natura mondiale, fermo restando, nello specifico, che ad essi continuano ad essere abbinati anche i metodi  legati alla tradizione quali  eclissi solari, stelle fisse, parti arabe, direzioni .

           Particolare rilievo,  continuano ad assumere i vari tipi di  eclissi solari, che, con il loro cono d’ombra  proiettato sulle zone geografiche interessate, consentono di fornire, in combinazione con gli altri metodi, un’ ampia gamma di pronostici.

          Ciò premesso,  in concomitanza con il continuo verificarsi di una molteplicità di eventi che, ai tempi odierni, coinvolgono, in maniera diretta e indiretta, il mondo intero,  sorge  uno spontaneo quanto all’apparenza semplice interrogativo:” Cosa dicono le stelle in questo periodo?”

          Da qui il ricorso alle effemeridi e ai software astrologici in grado di fornire, in pochi istanti, molteplici quadri astrali per una determinata data o per interi periodi temporali, emergendo i TRANSITI come la  fonte di una serie di possibili indicazioni.

          Sorge, quindi, una diversa impostazione circa il criterio di considerare l’indagine astrologica, proprio in virtù di quel “rivelarsi” all’umanità dei nostri tre pianeti, non casualmente avvenuta in tempi differenti ma con una loro logica sequenzialità di significati: il tutto legato  ad una infinità di  eventi e fatti storici, che hanno riguardato l’intera  umanità nell’arco di circa 250 anni, sin dalla scoperta di Urano, avvenuta nel 1786.

             Ne consegue che la scoperta di Urano, Nettuno e Plutone, vada considerata del tutto innovativa, a causa dell’ampliarsi dell’orizzonte astrologico che, fatto fondamentale, non è più visivo, in quanto i nostri tre pianeti  sono invisibili ad occhio nudo, ma visibili  solo con gli strumenti della scienza moderna!

            E’ venuta cioè  meno  la visione di quella intensità e variabilità della luce, emessa e percepita dall’occhio dell’osservatore nell’ atto di scrutare il limpido cielo stellato di un tempo, che per millenni ha rappresentato il presupposto a base del concetto di influsso astrale– nello specifico significato di apotelesmatica, ossia lo studio degli  “ eventi che giungono a compimento”-. Forse ancora qualche timido bagliore di luce azzurrina, percepibile ad occhio nudo, consente, in determinati rari periodi del suo percorso eclittico, la visibilità di Urano ma nulla più!

          Per la astrologia moderna si apre dunque una  prospettiva diversa, rispetto ai principi informatori e interpretativi che l’hanno caratterizzata per millenni, prospettiva che potrebbe anche non essere condivisa da quanti si attengono alla tradizione.

          La riconsiderazione del valore dei simboli,  manifestazione degli archetipi, prerogativa della psicologia del profondo, ha avuto, soprattutto nel secolo scorso per merito dei promotori  della astrologia umanistica a partire da M.E.Jones e dai suoi seguaci (D. Rudhyar, S. Arroyo, A. Ruperti, H. Sasportas, L. Gree, .R. Hand.etc.), una forte incidenza nella riconsiderazione dei suddetti principi, che si discostano da quelli  più propriamente tradizionali.

          Applicando i concetti  della psicologia del profondo , introdotti dalla psicoanalisi e presi in considerazione nell’astrologia, come ipotesi di indagine,  da C.G. Jung, assumono importanza i valori archetipici racchiusi  nel significato dei singoli pianeti e dei segni,  che, a loro volta, si combinano  in una unione simbiotica con il concetto di sincronicità, elaborato  dallo stesso .Jung

          Si rammenta che per sincronicità si intende un principio di “nessi acausali» che consiste in un legame tra due eventi, che avvengono in contemporanea, connessi tra loro  non in maniera causale, ma in un reciproco rapporto significativo, anche se l’uno non influisca materialmente sull’altro.

          Nella astrologia mondiale i contenuti legati al loro archetipo, presenti negli astri e nei segni, si propongono  secondo  manifestazioni sincroniche nel loro divenire, coerenti o corrispondenti  alle azioni umane, nel senso che le une si vengono a porre come il riflesso delle altre, in un reciproco collegamento o interconnessione, appunto, significativa.

          Secondo questa impostazione, l’attuale interpretazione si differenzia di netto dai principi  tradizionali  di previsione in senso stretto,  ma si presenta, piuttosto,  secondo  una visione interiorizzata  assunta dal  significato degli astri, ove il concetto di archetipo viene ad assumere una valenza ed un valore che potremmo definire cosmici.

           La forza intrinseca degli archetipi, nel caso dello zodiaco, si propone  con una propria potenzialità energetica in divenire!

          Al riguardo va citato quanto sostenuto dal  Prof. Richard Tarnas –docente di Filosofia e Cosmologia e Consapevolezza nelle Università Usa- :

Gli archetipi complessi e pluridimensionali che governano le forme della esperienza umana sono intelligibilmente connessi con i pianeti e il loro moto nei cieli. Tale associazione è osservabile in una costante coincidenza fra specifici allineamenti planetari  e specifici fenomeni archetipicamente strutturati nelle vicende umane

          E ancora

“In termini junghiani le prove astrologiche indicano che l’inconscio collettivo è definitivamente radicato nel macrocosmo stesso, in cui i moti planetari sono un riflesso sincronistico delle dinamiche archetipiche in evoluzione dell’esperienza” .

          Per poi concludere:

” Sembra che sia la polivalente potenzialità intrinseca negli archetipi planetari, la loro indeterminatezza dinamica,  ad aprire lo spazio ontologico  per la piena partecipazione co-creativa  dell’uomo alla evoluzione della vita individuale, della storia e del divenire cosmico. E proprio questa combinazione di polivalenza archetipica  e di autonoma partecipazione del sé che genera la possibilità di un universo autenticamente aperto” (R. TARNAS –Cosmo e Psiche Ed. Mediterranee- pag. 98 e sg.)

          R. Ternas  fornisce una spiegazione del tutto alternativa circa il modo  di intendere oggi la astrologia, nel senso che  tutti i pianeti e tutti i segni hanno in se valenze archetipiche che risuonano entro di noi, in quanto riaffiorano dal nostro inconscio tanto  individuale quanto  collettivo.

          Si potrebbe richiamare, in chiave attuale, il celebre detto di Ermete Trismegisto: ”Come in alto così in basso per il perfezionamento della cosa unica”, da intendere come  una perenne ricerca di una perfezione cosmologicamente stabilita, la quale si delinea in un continuo e incesssante arco temporale che, a sua volta,  si riflette nelle azioni degli uomini: i significatori, espressi dai pianeti nel loro percorso temporale zodiacale, con le loro valenze archetipiche, si riflettono in una operatività energetica secondo  una ampia gamma di possibilità, che via via si esprime  in coerenza delle altre valenze, anch’esse archetipiche, insite nel segno ove si trovano a transitare, in un attivo, costante rapporto simbiotico.

          In sostanza tutti i valori simbolici zodiacali, nel loro delinearsi temporale,  risuonano in noi, nei nostri stati interiori ed emozionali, alla stregua di pulsioni profonde  collettivamente interiorizzate e attualizzate fino a trovarsi in uno stato di empatia con tutta una serie di possibili eventi: ma sta’ all’essere umano operare e scegliere in quale  flusso di energie entrare in risonanza con la propria attività pensiero

          A tal proposito si può citare il  concetto espresso da A. Barbault: “Lo scatenarsi dell’ evento appare come il prodotto di una combinazione particolare del rapporto interciclico”.

          Si potrebbe aggiungere che, dietro questo rapporto interciclico, sono in azione gli archetipi universali.

                     Un fato cosmologico è insito nel percorso mondiale dello zodiaco, di cui tuttavia la collettività umana si pone come  interprete in una infinita gamma di possibilità:  la astrologia mondiale diventa  significatrice di uno “status” globale,  espresso dalle energie rappresentate da Urano, Nettuno e Plutone, nel loro lento  procedere lungo la fascia zodiacale, assieme ai loro anelli di sosta, da interpretare come periodi  fautori di mutamenti globali collettivi, assieme  ai più rapidi ma fondamentali cicli orbitali di Giove e Saturno, che esplicano la propria funzione  in un arco temporale più circoscritto.

          Di fatto accade che nel contesto della complessa ciclicità planetaria dei movimenti celesti qualcosa sulla terra si verifica a livello globale.: questo in linea di principio.

          Esiste  un tracciato umano collettivo che, soprattutto in questi ultimi decenni, sfugge ancora all’ipotesi di un suo divenire “molto oltre” ,che può solo essere supposto alla luce del progresso di una  scienza sempre più globalizzata, il cui percorso  è caratterizzato  dagli enormi progressi nel campo della ricerca in senso molto lato, come nel caso della fisica quantistica, ancora in uno stato embrionale ma destinata ad avere  rivoluzionari sviluppi.

          Non si leva più in alto lo sguardo al cielo –non casualmente meno limpido e meno scrutabile ad occhio nudo- ma si svolge lo sguardo entro noi  stessi, in una ricerca introspettiva e riconsiderazione dei valori dei nostri archetipi ancestrali, collettivamente espressi, inconsciamente nascosti, ma altrettanto agenti e vivi nelle loro manifestazioni collettive.

          Forse è giunto il momento, alla luce anche degli attuali avvenimenti mondiali, di un confronto epocale fra queste energie pensiero collettive, alla ricerca di una nuova armonica corrispondenza fra l’uomo e la terra:  i TRANSITI ne stanno ad indicare la via che spetta all’uomo interpretare per percorrerla nella giusta direzione.

          In un successivo articolo si formulerà un’ipotesi circa una metodologia interpretativa, in grado di fornire possibili risposte astrologiche a quel “semplice” interrogativo che, appunto,  ci si pone; “Cosa ci dicono le stelle in questo periodo?”

Vittorio